UN BIGLIETTO SOLA ANDATA E TANTI SOGNI NEL CASSETTO

Storia di un viaggio in Australia.
 
Il mio nome è Anna. Ho 23 anni e vengo da un paese che si chiama Paese in provincia di Treviso. Come tutti, ho tanti desideri, tanti sogni, tante idee e spero di poter realizzare almeno una parte di questi progetti. Ma il primo della lista, il sogno più grande, è quello di viaggiare il più possibile, vedere il mondo, conoscere le persone e le loro storie e condividere ciò che ho e che sono.
 
Per questo, dopo 20 giorni dalla laurea triennale all'Università di Trieste, sono partita con un biglietto sola andata destinazione Melbourne, Australia. Ho scelto l'Australia perché vi ho trascorso sei mesi in scambio con l'università nel 2012 e ho avuto modo di conoscere Melbourne, viaggiare tanto e fare un'esperienza unica lontano dalle certezze che mi avevano accompagnato fino ad allora. Così, una volta giunto il traguardo della laurea e con esso il momento di decidere cosa fare dopo, ho pensato di tornare dove avevo trascorso i mesi più belli della mia vita, un posto che posso chiamare casa e che fortunatamente offre ancora possibilità di lavoro e crescita ai giovani.
 
La partenza non è stata semplice, il biglietto sola andata mette sempre un po' di paura perché non sai quando tornerai, se tornerai, quanto cambierai, chi conoscerai, cosa ti succederà. Essendo cresciuta in una tipica famiglia italiana, inoltre, il distacco non è stato facile e ho dovuto fornire delle motivazioni molto forti per far comprendere ai miei genitori quanto questo viaggio fosse importante per me. Tuttavia, una volta comprese le mie ragioni, i miei famigliari mi hanno sostenuto in questa scelta al 100%. Credono in me e per questo sono davvero molto grata.
 
Il trauma dell'arrivo in terra straniera è stato affievolito dal fatto che ero già stata qui, e l'euforia del ritorno ha preso il sopravvento. Ma il sogno ad occhi aperti è durato poco, c'erano troppe cose da fare: trovare casa, provvedere all'assicurazione sanitaria, aprire un conto bancario, attivare un piano telefonico locale.
 
La ricerca del lavoro, poi non è stata semplice: il visto Working Holiday offre possibilità limitate e a volte ci si deve accontentare: nel mio caso ho aspettato un mese e mezzo prima di ottenere un colloquio presso una scuola di lingue: fortunatamente è andato bene e mi hanno offerto un lavoro come insegnante di italiano. Sono stata davvero molto fortunata, tuttavia ho dovuto lavorare duro per adattarmi ad una professione così complessa: insegno a bambini di 4 anni e ad adolescenti, ad adulti ed anziani, ed ogni ora di lezione corrisponde ad un'ora di preparazione a casa. Ma nonostante gli orari, la fatica e le difficoltà quotidiane, l'impegno e la dedizione hanno avuto la meglio e dopi 4 mesi sono stata premiata come la migliore insegnante della scuola. A metà febbraio, poi ho trovato anche un lavoretto per il week-end presso lo stadio MCG: lavoro in uno dei bar e devo ammettere che mi diverto anche! Sono queste occasioni colte al volo, insieme ad un po' di fortuna e a tanta umiltà, a dare le soddisfazioni più grandi.
 
Ormai la mia vita è stabile, condivido una bella casa con dei coinquilini molto simpatici, lavoro 6 giorni a settimana, esco con i nuovi amici che ho incontrato qua e là e ogni tanto rivedo le vecchie conoscenze del mio periodo universitario. A volte mi concedo qualche week-end di relax e visito nuovi posti, oppure giro per la città ascoltando gli artisti di strada che fanno da colonna sonora alle mie passeggiate, in altre occasioni faccio la casalinga e metto in ordine, faccio lavatrici, cucino qualche piatto italiano per sentirmi un po' a casa.
 
Per arrivare a questo risultato, a questa vita serena e felice ci sono voluti tempo, impegno, pazienza, coraggio e soprattutto tanta voglia di mettersi alla prova, rischiare, conoscere il nuovo. Ogni giorno imparo qualcosa, ogni giorno rischio...E anche se ogni tanto mi mancano gli abbracci della mia famiglia o le uscite con gli amici italiani, non mi sono mai pentita di aver preso quel biglietto sola andata perché mi ha portato a conoscere persone meravigliose (fra cui Andrea e Mimma che sono la mia famiglia qui a Melbourne e che non finirò mai di ringraziare), a fare esperienze uniche, a crescere, a conoscere meglio me stessa, a superare i miei limiti, a raggiungere un livello di indipendenza che mi fa sentire libera. Non è stato facile ma ne è valsa la pena, e me ne accorgo ogni volta che cammino per la città e dico a me stessa: "Ti sei guadagnata un posto qui, ora questa è casa tua".
 
Anna Baldissera
 

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