AUSTRALIA SOLA ANDATA

Esodo di giovani italiani verso l'America del XXI secolo. 60mila nel 2011. Più 50 per cento a Giugno 2012. Oggi un libro racconta loro che non sono i primi e che, laggiù, in tanti capiscono la loro storia perché è stata la anche la loro.

VERONA – 5mila nel 2009, 6mila e cinquecento l'anno successivo, 9600 nel solo primo semestre 2012 e solo sfruttando uno dei tanti tipi di visti possibili. E' una progressione inarrestabile quella dei giovani italiani in Australia. "Una progressione che si chiama cin un nome preciso: Esodo". Per Michele Grigoletti, rappresentante dei veneti nel mondo per il Nuovo Galles del Sud "non si deve aver paura di sollevare l'argomento: l'emigrazione è tornata a interessare il Veneto e l'Italia e sempre più ragazzi cercano in Australia quei riconoscimenti professionali che, a casa, non riescono ad ottenere. Questo fenomeno non va temuto, ma incoraggiato, preparando i giovani al passaggio, perché, meglio si troveranno, più facilmente potranno tornare a casa con idee, progetti, e nuove professionalità".

MEMORIA E CORSI DI FORMAZIONE A questo fine "è necessario immaginare dei corsi di preparazioni incentrati sulla lingua e sulle pratiche amministrative, affinché questi nuovi emigranti impieghino il minor tempo possibile nel trovare un lavoro qualificato". Ma è anche importante che sappiano di non essere i primi ad aver percorso la strada che li porta in Oceania. "In Australia gli Italiani hanno costruito miniere, dighe e strade. Le comunità italiani sono prospere e numerose, molti figli e nipoti di italiani sono assurti ai più alti livelli dei governi locali e federali. È bene sappiano, soprattutto, che esiste una città giardino costruita dai veneti e, poi, dai calabresi. E che questa città ha nome Griffith e, lì, i ristoranti si chiamano ancora Romeo e Giulietta e i nonni ti dicono ancora che loro sono di Treviso, Belluno e Verona".

ORA C'È UN LIBRO CHE RACCONTA QUESTA STORIA ed è "Australia sola andata": si tratta di testimonianze orali, foto, documenti d'archivio raccolte tra gli abitanti di Griffith: la città che era un deserto e che i primi coloni veneti – poi vennero anche i calabresi – trasformarono in un giardino, un aranceto e un grande territorio agricolo. Il libro è stato presentato a Verona durate i lavori della Consulta dei Veneti nel Mondo e racconta le storie di veneti che hanno impiantato l'agricoltura nelle piane un tempo aride dell'Australia. Un'epopea partita agli inizi del novecento e tutt'ora viva, con i "nonni" provenienti dalla province del Veneto accolgono i nuovi arrivati di oggi salutandoli nella lingua che entrambi conoscono.

IL PRIMO FU UN VERONESE: Francesco Bicego, arrivato Griffith nel 1913 quando ancora la città non era che un insieme di baracche nel deserto chiamato "Bagtown". Attraverso momenti di discriminazione, una grande fatica, l'acquisto della terra palmo a palmo e l'impianto delle prime aziende agricole – addirittura un difficile periodo di internamento dei non naturalizzati in tempo di guerra – "gli emigranti veneti hanno saputo costruire dal nulla una delle più fiorenti comunità agricole dell'Oceania". Ancora oggi il 60 per cento dei 17mila residenti è di origine italiana.

OGGI, a riprova di quanto l'integrazione degli italiani sia avvenuta ai massimi livelli della società Australiana, il ministro dell'istruzione del nuovo Galles del Sud parla di una "storia incredibile, una storia di migranti, di duro lavoro, di relazioni familiari e di una comunità fondata sulla comprensione delle differenze che compongono una società multiculturale. L'economia di questa regione" prosegue il ministro "è stata trainata in misura significativa da quei migranti italiani che sono venuti in Australia". Gli fa eco il suo collega, ministro è per la cittadinanza e la Comunità, per il quale "la storia dell'emigrazione italiana in Australia non deve essere persa nelle migliaia di giovani italiani che arrivano qui in Italia ogni anno". Ma, più delle parole, contano forse ancor di più i loro nomi: Adrian Piccoli e Victor Dominiello. Due nomi che parlano chiaro: due ministri del governo del Nuovo Galles del Sud sono figlie nipoti di veneti e di italiani.

ED È PROPRIO AI GIOVANI CHE ARRIVANO che Dominiello rivolge il suo più caloroso: "Benvenuti. L'Australia è tornata ad essere la terra promessa per i giovani italiani. Giovani entusiasti che ci arricchiscono enormemente come hanno fatto i loro antenati". Anche e soprattutto a quei giovani, chiosa Michele Grigoletti, " rivolto Australia sola andata. Soprattutto ora che il loro arrivo è diventato un esodo, è bene abbiano memoria che non sono i primi a precorrere questa strada e che quaggiù li aspettiamo in tanti che parlano la stessa lingua".



 

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