EMIGRAZIONE VENETA NON E' QUESTIONE DI "RAZZA PIAVE" O DI "GENERAZIONI", C'E' DI PIU' E DI MEGLIO

Pubblichiamo qui sotto un articolo del Corriere della Sera del 31 ottobre 2012 a firma Gianantonio Stella che riguarda l'emigrazione e il Veneto. A seguire trovate la risposta inviata al giornale dall'assessore Daniele Stival.

Apprezzo da sempre l'arguzia e la preparazione culturale con cui Gianantonio Stella tratta i temi di cui scrive, ma stavolta, occupandosi delle iniziative a sostegno del mondo dell'emigrazione veneta e ponendo prima di tutto una questione di "razza Piave", non ha centrato il nocciolo dell'ancora straordinaria e vitale realtà dei Veneti nel Mondo e del loro rapporto con la terra natìa e con la Regione del Veneto. Non condivido per nulla, ad esempio, l'ironia riservata all'azione per il riconoscimento formale anche degli oriundi di quarta e quinta generazione. L'idea non è supportata da studi biologici sulle percentuali di sangue "veneto" nelle vene di questi giovani, ma è nata tenendo rapporti costanti con le nostre comunità all'estero e cercando di recepire le loro richieste e le relative motivazioni ed è stata valutata con unanime positività dalla Consulta Regionale dell'Emigrazione, dove siedono, con me e vari esponenti della società, della scuola e dell'economia veneta, uomini e donne che rappresentano gli emigrati veneti in Sudamerica, Australia, Canada, Stati Uniti e via dicendo. La memoria non va mai perduta, tanto meno quella di un'epopea di sacrificio come fu l'emigrazione veneta, ma nel terzo millennio vanno anche battute altre strade, quelle dei giovani e delle loro aspirazioni. Ecco che, ben lungi dal voler prioritariamente propugnare concetti come la "razza Piave" (che pure esiste ed è un fatto storico e culturale prima che di sangue) il nostro obiettivo è quello di creare per i giovani oriundi, e per quelli che vivono e risiedono in Veneto, occasioni di rapporto concreto, di scambi formativi ed economici. Oggi più di ieri, perché, come certamente Stella saprà, la crisi economica sta creando un nuovo fenomeno migratorio dal Veneto ben diverso dal passato, fatto di giovani ad alta preparazione e scolarità, che vanno all'estero per cercare occasioni di prosperità che in Italia non trovano più. Vogliamo dare loro un supporto concreto, ed in questo i loro coetanei che vivono nel mondo possono dare un valido contributo, essere un'antenna per captare e trasferire occasioni. Coetanei, appunto, e quindi appartenenti alle generazioni più recenti, come la quarta o la quinta. Nella Consulta per l'Emigrazione, come Vicepresidente, siede Luciano Sacchet, un imprenditore nato in Uruguay da genitori veneti che laggiù ha avuto successo e che oggi, oltre che curare i suoi interessi, si occupa anche, con ottimi risultati, di fare da tramite per creare occasioni d'affari per le aziende venete nel suo Paese d'adozione. Se tanti altri giovani oriundi faranno come lui, si creerà un nuovo canale utile per supportare l'internazionalizzazione della nostra economia. Per fare tutto questo a chi ci dobbiamo rivolgere? Agli anziani, verso i quali pure l'affetto e la riconoscenza non si affievoliranno mai, o ai giovani? Ecco il perché della quarta e quinta generazione. Ecco il perché anche il Veneto, pur in un momento di grave difficoltà economica, vuole dare un segnale concreto a chi, invece, dall'estero vuole ritornare, magari giovani che intraprendono il cammino inverso e vogliono venire in Veneto convinti di poter mettere meglio a frutto i loro studi e la loro professionalità. E', insomma, un continuo flusso di dare e avere in positivo che vogliamo tenere in vita e, se possibile, rafforzare. Quanto al ragazzino cinese che ha vinto il premio del circolo dialettale bellunese "Al Zenpedon", sono il primo ad esserne felice: è il segno tangibile dell'immigrazione positiva che tutti vogliamo: capace di integrarsi, senza perdere la propria identità, ci mancherebbe, ma di appropriarsi anche della cultura e della lingua della terra dove ha deciso di vivere. Mi scuso se in questo intervento non ho introdotto dotte citazioni cultural-storiche-sociologiche, ma non ne sono il tipo: ho il difetto di badare al sodo.

Daniele Stival
Assessore Flussi Migratori
Regione del Veneto

 

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